cert01Da tempo si discute di un sistema nazionale di certificazione delle competenze dei lavoratori che, pur tuttavia, in alcune regioni d’Italia stenta a prendere campo. Occuparsi di questo argomento significa dunque, riaprire possibili spazi di azione attorno al tema della validazione degli apprendimenti, così come condiviso attraverso alcuni decreti pubblicati negli ultimi anni, e non ultimo il D.Lgs. n. 13 del 16 gennaio 2013, con il quale viene attuata la delega, prevista dalla Riforma del lavoro, per individuare e validare gli apprendimenti formali, non formali ed informali.

Quale obiettivo si propone quest’ultimo decreto?

Quello di valorizzare le competenze acquisite dai lavoratori e massimizzare i criteri di inclusione lavorativa ed occupazionale. Questo da un punto di vista della crescita del potenziale umano e d’impresa, significa che c’è la possibilità di certificare non solo i titoli, ma i nuclei di competenze. In sintesi, le aziende producono innovazione. E i lavoratori percorrono itinerari di apprendimento personalizzati,  e vedono valorizzate  e accreditate le competenze acquisite sul lavoro, nella formazione e negli ambienti di vita.

L’azienda, che al suo interno ha un lavoratore certificato, vede crescere il suo potenziale, e al contempo diventa consapevole delle competenze acquisite e inserite nel curriculum, soprattutto se deve avviare un processo di assunzione. Anche in questo caso il ministero del Lavoro con la circolare n.5 del 21 gennaio 2013 in materia di apprendistato, sancisce l’importanza della verifica del possesso dei requisiti di “qualificazione” dell’apprendista, al momento della stipula del rapporto di lavoro. Ed anche la durata del rapporto di lavoro per le aziende inizia ad assumere un valore significativo, poiché incide sul bagaglio complessivo di competenze già acquisite dal lavoratore.

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In cosa consiste il processo di certificazione delle competenze?

È il rilascio di un documento ufficiale attraverso cui un’autorità riconosciuta attesta ad un lavoratore il possesso di determinate competenze in base a degli standard di riferimento. È un processo delicato che pone al centro l’individuo, con le sue specificità e le sue caratteristiche che lo rendono diverso da qualsiasi altro individuo.

Il processo valida apprendimenti formali, non formali ed informali, nell’ottica del lifelong learning, poiché considera l’apprendimento che avviene per tutto l’arco della vita e lo valorizza, anche quando questo è avvenuto al di fuori di contesti tradizionali e circuiti formativi.

SDI si pone nell’ambito della certificazione delle competenze l’obiettivo di valorizzazione il capitale umano e il potenziale d’impresa attraverso la formazione continua, per cui il lavoratore viene riconosciuto come una risorsa fondamentale su cui investire in termini di conoscenza.

La formazione sviluppa nel lavoratore il sapere professionale attraverso la formula del «sapere», del «saper essere» e del «saper fare», riconoscendogli titoli e qualifiche, e valorizzando le competenze acquisite che consentano allo stesso, la possibilità di seguire diversi percorsi riqualificanti: il re-inserimento professionale, percorsi di autosviluppo professionale e la riqualificazione in generale.

Aziende e lavoratori possono contattarci e chiederci in ogni momento di attivare un processo di validazione funzionale al miglioramento della condizione dei lavoratori e al potenziale dell’impresa.