Outplacement: un termine che arriva da lontano

Per capire cosa è l’outplacement occorre risalire all’origine di questa parola, coniata per la prima volta in America negli anni ’60. Fu l’ente spaziale NASA ad utilizzarlo per la prima volta quando si verificò la necessità di ricollocare nel mondo del lavoro migliaia di soggetti impiegati nell’operazione Apollo. Ancora oggi il suo scopo è quello di aiutare le aziende che si trovano nella necessità di licenziare i propri dipendenti, collocarli in cassa integrazione o in mobilità, ad attivarsi per favorire la loro ricollocazione professionale. Il servizio può prevedere interventi individuali oppure collettivi, a seconda che le aziende interessate necessitino di effettuare licenziamenti singoli oppure riguardanti più soggetti. In Italia tale servizio è svolto attraverso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attraverso enti per il lavoro a cui le aziende possono rivolgersi. Le fasi previste per il reinserimento del lavoratore o dei lavoratori sono quattro, precedute da un colloquio tra il soggetto e l’azienda, in cui vengono stabilite le modalità ed espressa l’adesione dell’individuo al progetto.

Outplacement individuale: caratteristiche

Nel caso in cui una azienda si trovi nella necessità di recedere dal contratto di lavoro con un proprio dipendente è possibile attivare un servizio di outplacement che aiuti il soggetto interessato dal licenziamento ad un reinserimento nel mondo del lavoro. Durante il primo incontro tra il soggetto e l’ente viene compilata una scheda dove verranno indicate tutte le competenze professionali maturate dall’individuo durante il suo precedente percorso lavorativo. Durante questa prima fase il soggetto viene supportato anche dal punto di vista psicologico, stimolandolo a sviluppare le sue reali possibilità e soprattutto a non perdere la fiducia in se stesso nel momento del licenziamento. Successivamente verrà compilato un curriculum vitae accompagnato da una lettera di presentazione. Il passo successivo prevede l’individuazione dei punti di forza del candidato, la correzione dei difetti ed eventuali simulazioni di colloqui di lavoro. Le ultime fasi sono incentrate nella ricerca delle opportunità offerte dal mondo del lavoro. In questa fase il supporto del consulente si rivela fondamentale, poiché consente l’accesso a particolari canali spesso sconosciuti al lavoratore, aumentando così notevolmente le possibilità di trovare una nuova ricollocazione.

Outplacement collettivo: caratteristiche

Può accadere che un’azienda si trovi in un periodo di difficoltà, con la necessità di attivare per i propri dipendenti cassa integrazione e mobilità. Anche in presenza di ristrutturazione aziendale con conseguente riorganizzazione del personale le aziende possono richiedere un servizio di outplacement collettivo. In questo caso la presenza dell’azienda che ha richiesto l’intervento diventa ancora più importante. Sarà infatti quest’ultima a fornire indicazioni che permetteranno un’analisi approfondita della reale situazione dell’azienda, da cui scaturirà il segnale da trasmettere ai lavoratori. Successivamente tale indicazione verrà inclusa nel progetto da presentare alle organizzazioni sindacali ed ai candidati che verranno ascoltati in colloqui individuali. Per coloro che daranno il loro consenso inizierà il percorso finalizzato al reinserimento nel mondo lavorativo.

I vantaggi dell’outplacement

Quando si parla di outplacement vengono subito alla mente le maggiori possibilità di reinserimento nel mondo lavorativo per coloro che si trovano, per qualche motivo, senza più un’occupazione. Un altro vantaggio che il dipendente trae da questo particolare servizio consiste nel supporto anche psicologico che gli viene assicurato da un consulente e che lo aiuta a mantenere viva la fiducia nel futuro. Ma i vantaggi dell’outplacement vengono estesi anche alle aziende. L’interesse che queste ultime mostrano verso la tranquillità e la sicurezza dei propri dipendenti contribuisce infatti a creare un clima più sereno tra le parti, evitando spesso scontri e problemi che molto spesso finiscono per dare una cattiva immagine dell’azienda ed essere poi valutati nelle aule dei tribunali.