halalChi vuole poter raggiungere un mercato di due miliardi di musulmani nel mondo, è bene che legga questo articolo e partecipi al webinar del 9 marzo ore 15.

Il termine arabo alāl (حلال, alāl, halaal) sta a significare tutto ciò che è «lecito» e permesso secondo l’Islam, in contrasto a ciò che è harām ovvero «proibito». Halal è una filosofia di vita; il concetto attiene infatti al comportamento, al modo di parlare, all’abbigliamento, alla condotta, e alle norme in materia di alimentazione. Dire pertanto che un prodotto, nei vari settori agroalimentare, cosmetico, sanitario, farmaceutico, finanziario e assicurativo, sia certificato Halal equivale ad una garanzia sulla conformità alla dottrina islamica e alle regole della sharia. In particolare nel mondo occidentale la parola Halal si riferisce soprattutto al cibo preparato in modo conforme ai precetti della legge islamica; per esempio la carne, esclusa quella di maiale che è proibita, va macellata secondo un preciso rituale e le bevande non devono contenere alcol.

Tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, si trova un’ampia fetta di prodotti dubbi. Questo perché il Corano non contiene una lista di sostanze lecite, ma solo una lista di quelle proibite. Spesso è difficile capire se un prodotto contiene o no sostanze proibite; in caso di dubbio l’orientamento generale del consumatore islamico è la totale astensione dal consumo di prodotti “incerti” che si traduce in mancate vendite! Visto che i consumatori Halal sono circa 2 miliardi, si intuisce qual è l’importanza di una certificazione che assicura la liceità di ogni ingrediente, andando in questo modo incontro alle esigenze del consumatore musulmano, aiutandolo a vivere serenamente, nel rispetto delle regole della propria religione.

Il “bollino” Halal rappresenta la prima chiave di accesso ad una nuova forma di business per un mercato in continua espansione considerato che le comunità islamiche nel mondo sono in continuo aumento, determinando volumi di mercato considerevoli per le economie di riferimento. Dagli stati arabi propriamente detti a quelli africani, fino ad Asia, America, Australia, ed Europa ( quest’ ultima con più di 20 milioni di credenti e una crescita esponenziale ), il consumatore musulmano è particolarmente attento nell’ acquisto di beni che devono essere prodotti e commercializzati in modo da non offendere la sua morale religiosa ed in particolare le prescrizioni alimentari islamiche.

Un’azienda che intende vendere i propri prodotti nei mercati arabi è pertanto obbligata a renderli conformi ai dettami religiosi e a certificarli Halal. Tale certificazione se da un lato rappresenta un requisito di tutela del consumatore islamico, dall’altro lato è anche requisito doganale e, da non sottovalutare, un importante strumento di marketing:

  • certificato Halal e le dogane: la certificazione Halal rappresenta un requisito doganale imprescindibile per l’entrata di alcuni generi alimentari (ad esempio le carni) e la loro commercializzazione nei Paesi di fede islamica; l’attestazione Halal è sempre più spesso richiesta dagli importatori di questi Paesi per la forte domanda del consumatore stesso.
  • certificato Halal e opportunità di marketing: il prodotto halal si vende di più! Si registra oggi una crescita  mondiale  dei consumi di circa il 10 % annuo e a prezzi di nicchia. Molto lontano ormai dall’immagine di prodotto “etnico”, il prodotto certificato halal , per la complessità e serietà dei controlli in fase di certificazione, si propone sul mercato come sicuro, sano, apprezzato da consumatori islamici e non. Si evidenzia inoltre l’ interesse delle più grandi catene di distribuzione (Coop, Auchan, Tesco, Carrefour solo per citarne alcune ) a conferma della diffusione del fenomeno anche nei mercati interni europei. In breve questi i benefici in termini di marketing per un’azienda:
  • ampliamento del proprio mercato di riferimento sia interno che esterno: interno relativamente ai cittadini di cultura musulmana, dimostrando attenzione e impegno verso l’integrazione; esterno, dal momento che favoriscono le esportazioni verso i Paesi di cultura islamica dove la Certificazione Halal è un requisito doganale imprescindibile per l’entrata e la commercializzazione di alcuni generi alimentari;
  • miglioramento delle relazioni nella propria catena di fornitura, venendo incontro alle esigenze dei distributori locali.

La certificazione Halal si ottiene a seguito di un percorso di verifica del rispetto di requisiti richiesti dalla cultura islamica nella produzione di prodotti e nell’erogazione di servizi (finanziari, turistici, etc.). Si tratta di una certificazione di Seconda Parte che vede coinvolti un Organismo di Certificazione e un’Autorità Islamica.

In breve i passi da percorrere per certificarsi sono i seguenti:

  1. Audit di Valutazione presso il sito produttivo da parte dell’Organismo Certificatore e l’Autorità Islamica;
  2. Emissione del Rapporto;
  3. Gestione delle Non Conformità emerse da parte del Cliente;
  4. Delibera del comitato di approvazione dell’Associazione Culturale Islamica;
  5. Emissione certificato di conformità da parte dell’Associazione Culturale Islamica a seguito del riesame del rapporto favorevole del Team di Audit. Il Certificato Halal ha validità triennale, a partire dalla data dell’Audit di valutazione presso il sito produttivo;
  6. Audit di sorveglianza. Il mantenimento della certificazione nel corso del triennio è subordinato al superamento di due verifiche di sorveglianza da effettuarsi presso il sito produttivo con cadenza annuale;
  7. Formazione del personale addetto alle linee di produzione halal a quella commerciale e ufficio export.

A conclusione, si avverte il lettore o l’azienda interessata, che è importante scegliere “la certificazione giusta” o l’Organismo certificatore affidabile. Ci sono oggi centinaia di centri di certificazione, nazionali ed internazionali, con regole e disciplinari molto diversi tra loro; non tutte queste certificazioni sono valide o accettate dal consumatore e, in particolare, dal Paese in cui l’azienda desidera commercializzare il proprio prodotto.   Le conseguenze di una certificazione sbagliata possono essere rifiuto della merce alla dogana, sanzioni, richiami, denunce , fino alla pubblicazione sui media.

SDI in collaborazione con Burea Veritas Italia Spa, per aiutare le aziende siciliane a scegliere il percorso di certificazione Halal giusto e garantito a raggiungere questo enorme mercato di 2 miliardi di clienti, organizzano il webinar “La Certificazione Halal” che prevede l’intervento, in collegamento da Dubai, di Wael Osman Senior consultant dell’Executive Council di Dubai e dall’Italia di Roberto Passariello Business Developer Bureau Veritas Italia.

Per saperne di più e iscriverti al webinar gratuito di mercoledì 9 Marzo alle ore 14:30 CLICCA QUI.