export-fooddi Maurilio Cassataro *

 La certificazione BRC (British retail consortium), nasce nella seconda metà degli anni Novanta, sotto la spinta di esigenze di mercato riconducibili alla crescita dell’interscambio di prodotti alimentari sul mercato internazionale. Tale standard è stato fortemente voluto dalla grande distribuzione organizzata (GDO) con l’intento di poter contare su di un linguaggio comune in riferimento ai livelli di prodotto legati sia alla sicurezza e salubrità alimentare, sia anche alla garanzia del mantenimento di standard qualitativi conseguenti alla adozione di un sistema di gestione aziendale.

 La denominazione BRC ha origine proprio dal consorzio che ha sviluppato il primo standard, il British retail consortium, oggi è riconosciuto dalla Global Food Safety Initiative (GFSI), un’iniziativa internazionale, il cui scopo principale è quello di rafforzare e promuovere la sicurezza alimentare lungo tutta la catena alimentare di fornitura.

 Durante gli anni il BRC è stato integrato e perfezionato, sino a renderlo oggi un preciso riferimento tecnico per tutti quegli imprenditori che desiderano operare nel pieno rispetto legislativo, e che contestualmente desiderano confrontarsi senza alcun “complesso di inferiorità” con qualsiasi possibile committente che operi in ambito nazionale ed internazionale.

 La sesta e ultima revisione dello standard BRC è in vigore dal 2011, e recepisce l’approfondimento di alcuni aspetti già presenti nelle precedenti versioni, nonché l’introduzione di clausole con elevati contenuti tecnici e di immediata applicabilità. I produttori di semilavorati e/o di prodotti finiti pronti per il consumo, si trovano costretti così, a confrontarsi con richieste sempre più pressanti, da parte dei loro committenti, in termini di garanzia della sicurezza e salubrità del prodotto nonché in termini di requisiti qualitativi di prodotto.

 Tali richieste sono sostanzialmente legate ad aspetti legislativi che sono soggetti ad interpretazioni da parte degli organismi di vigilanza operanti in ambito territoriale come Asp e Nas, ed al rispetto di requisiti qualitativi correlati alla tipologia di prodotto, consolidati negli anni come standard fondamentali a cui fare riferimento.

 La certificazione BRC è un riferimento certo, chiaro e dettagliato e consente, appunto, agli attori delle filiera alimentare di poter parlare un linguaggio comune. È rilasciata da organismi di certificazione nazionali ed internazionali accreditati a tal fine, a seguito di un audit in campo, mirato alla verifica puntuale del rispetto delle clausole contenute nello standard.

 La BRC ovviamente è una norma che prevede la libera adesione ed in quanto tale come altre norme più note, quali ad esempio la ISO 9001/2008, è ispirata ad un concetto di miglioramento.

 Molti sono gli imprenditori che, grazie all’adozione di un sistema di gestione aziendale nella propria azienda, hanno percepito sensibili miglioramenti nella gestione operativa dei processi e quindi nell’efficienza. È inutile sottolineare come il miglioramento dell’efficienza produca anche un vantaggio economico. Lo standard BRC conferma appieno tale regola con un ulteriore fondamentale valore aggiunto che è dato dall’appeal commerciale che tale standard vanta in ambito internazionale, ponendosi pertanto come un vero e proprio passaporto nel mondo.

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* Maurilio Cassataro – Ingegnere con esperienza ventennale nella consulenza sulla certificazione di sistemi organizzativi certificati. Lead auditor per primari enti di certificazione internazionali.

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