La teoria degli stockholder

La teoria degli stockholder

“La teoria degli stockholder e le preferenze morali dei consumatori in un contesto caratterizzato dall’ingerenza della criminalità organizzata nelle attività economiche” è un saggio di Lorenzo Palumbo presentato al Seminario Internazionale “Etica generale ed etiche applicate”: problemi e prospettive svoltosi a Palermo  il 24 e 25 Novembre 2006 e pubblicato nella rivista “Notizie di Politeia”, rivista di etica e scelte pubbliche, n. 85/86, 2007.

Lorenzo Palumbo è dottore di ricerca in Etica, docente di ruolo di Filosofia e Storia, professore a contratto di Etica degli Affari presso l’Università degli Studi di Palermo dal 2007 al 2011. Segretario e referente per l’etica degli affari del C.S.E.A. Centro Studi per l’Etica Applicata. Consulente di soggetti economici ed enti pubblici per l’adozione di standard etico-sociali. Ha tenuto seminari per soggetti diversi sul tema dell’etica economica e partecipato a convegni in qualità di relatore.

E’ inoltre autore di decine articoli di argomento vario e di saggi di etica applicata su vari giornali e riviste specializzate. L’ultima fatica editoriale è il libro: il manager (er)etico, Aracne, Roma 2011.

La pubblicazione di oggi nel sito della Sdi, Soluzioni d’Impresa viene integrata con l’aggiornamento circa il numero delle imprese e dei consumatori che aderiscono alla campagna di Addiopizzo.

 Un’anteprima del testo

La teoria degli stockholder à la Friedman individua nella massimizzazione del profitto per i proprietari l’unico scopo e la sola responsabilità dell’impresa, escludendo quindi dallo scopo dell’impresa altre cause di natura sociale, ambientale o etica.

Secondo tale teoria la responsabilità etica dell’impresa è addirittura sovversiva tanto che: “Il manager ha solo il dovere di amministrare le risorse della società per accrescere la remunerazione del capitale degli azionisti. Ma se i manager impiegano questo denaro per contribuire a cause sociali che essi ritengono moralmente pregevoli, e ciò rappresenta un costo addizionale per l’impresa, allora in effetti ciò che i manager fanno è imporre una tassazione agli azionisti, senza che nessuno abbia conferito loro l’autorità di farlo.

Il compito di perseguire cause sociali moralmente pregevoli dovrebbe essere lasciato al governo e alla pubblica amministrazione che operano sulla base di un’autorità ricevuta dall’elettorato. Quando gli azionisti assumono il manager il mandato non include la finalità sociale cosa che invece è prevista nel caso del governo. Così il manager abusa del potere decisionale violando la sovranità degli azionisti”.

Leggi il saggio in pdf saggio_teoria_stockholder_e_consumo_critico per SDI