L’agroalimentare è un settore che in Italia sta vivendo un periodo davvero molto particolare. Un settore in forte espansione che ovviamente ha subito degli inevitabili rallentamenti dovuti agli stop dei mercati nazionali ed internazionali. Molto spesso, infatti, si cerca di attuare delle strategie per poter far fronte a questi momenti o ancor meglio trovare dei metodi efficaci per conquistare il mercato internazionale. Ma qual è la migliore strategia? Sicuramente la qualità gioca un fattore molto importante e decisivo: ecco perché l’agroalimentare deve puntare sulla qualità.

Competere sul prezzo è una strategia perdente?

Una delle strategie che viene spesso considerata è sicuramente quella relativa al prezzo. Per poter competere su mercati nazionali ed internazionali si va ad agire direttamente sul costo, diminuendo in maniera sostanziale il prezzo del singolo prodotto e facendo crollare il margini. Non sempre questa è una soluzione conveniente e dunque competere sul prezzo diventa una strategia spesso perdente. In un primo momento non si ha la reale percezione, anche perché il fatturato aumenta in modo sostanziale, ma la curva di crescita si stabilizzerà in un breve periodo. Questo è dovuto anche dall’aumento della produzione e dai costi che verranno di conseguenza adeguati per produrre. Un altro fondamentale punto di debolezza di questa scelta è la sostituibilità: un cliente che sceglie in base al prezzo, cambierà fornitore con grande facilità.

Inoltre questo meccanismo costringe ad una diminuzione dei costi di produzione, che nella maggior parte dei casi va ad influenzare la qualità dell’intero prodotto.

Per riassumere: puntare sul prezzo come fattore di successo porta a margini ridotti, maggiore complessità interna e fragilità di mercato.

L’agroalimentare deve migliorare la qualità

Per poter competere su qualsiasi mercato, soprattutto dal punto di vista internazionale, bisogna fare i conti con la qualità. Lavorare sulla bontà del prodotto è il primo passo per poter attuare una strategia vincente sul lungo periodo. Non è semplice poter lavorare bene su questo fattore, anche perché la reale qualità viene testata dal momento in cui il prodotto viene consumato. Bisogna dunque cercare di migliorare il prodotto durante tutto il ciclo di vita, cercando di fare attenzione ai minimi particolari. In un mercato competitivo come quello agroalimentare, bisogna giocare soprattutto su questi fattori per poter evitare problemi di ogni genere.

In un sistema altamente concorrenziale, quale i mercati internazionali, bisogna sempre avere una risposta rapida e convincente alla domanda: perché il cliente deve comprare da noi e non dalla concorrenza?

Una campagna pubblicitaria ben studiata potrebbe non bastare per creare un brand efficace. Se volete cercare una strategia vincente dovrete studiare e pianificare diverse azioni finalizzate al miglioramento del prodotto stesso, rendendolo unico ed eccellente su qualche aspetto. Successivamente bisogna individuare il segmento di clienti per cui i plus dell’offerta aziendale sono un fattore decisivo di scelta.

Quello è il mercato target su cui lavorare!

In questo caso gioca un ruolo fondamentale il business plan (molto interessante l’uso del modello business model canvass), che aiuta a creare un percorso di crescita lineare e continuo. La qualità passa anche per la pianificazione della produzione e per la pubblicità del prodotto, proprio per poter far capire al cliente quanto è importante avere un prodotto qualitativamente superiore. Il principale obiettivo di una marketing internazionale di successo è quello di affermare un brand, un punto di riferimento del settore dedicato ad ogni cliente. Solo valorizzando la qualità ed esaltando il marchio, nella fattispecie un prodotto qualitativamente diverso rispetto a quello che si trova sul mercato, si avrà un aumento sostanziale dei guadagni e una conquista dei mercati esteri.

Come poter aumentare la qualità della propria produzione?

Scegliere un prodotto e aumentarne la qualità non è per nulla semplice, anche perché ci sono molti fattori che giocano un ruolo fondamentale. Si prenda ad esempio la diversificazione del prodotto, difficile da individuare in un mercato globale ormai saturo. Proprio per questo vengono proposte delle tipicità. Bisogna valorizzare un prodotto andando ad esaltarne le caratteristiche, che rientrano all’interno di una tipicità. A sua volta questo termine abbraccia tutti i produttori che decidono di portare avanti un prodotto e lavorare sulla qualità. Un modo per potersi inserire in un contesto particolare, dove l’offerta è sicuramente maggiore rispetto alla domanda. Non è dunque scontato fallire nel caso in cui si scelga un prodotto già commercializzato da tanti altri: l’importante è creare qualcosa di unico partendo dalle tipicità e lavorando appunto sulla qualità del prodotto e dei servizi collegati.

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