L’export può fare la differenza tra un’azienda che sopravvive alla crisi, crescendo, ed una che arranca. Ma l’internazionalizzazione non si improvvisa e non è l’ultima spiaggia a cui approdare nella speranza di sopravvivere all’ultimo minuto.

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Tutte le pratiche che conducono alla esportazione sicura della propria produzione vanno affinate con una formazione continua.

È questo il senso dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi nella sede di Confindustria a Palermo, in via Alessandro Volta, organizzato da Sdi, Soluzioni d’impresa. Tra gli argomenti passati in rassegna la necessità di approntare una Vetrina permanente, la preparazione adeguata alle fiere e ai saloni internazionali, l’apertura di show room temporanei all’estero, l’Incoming di operatori selezionati.

Al centro della giornata di studio anche la strutturazione di reti di imprese e la formazione specializzata per cogliere le opportunità e gli incentivi all’export in particolare della filiera agroalimentare. E nel dettaglio le opportunità rappresentata da Expo 2015, i contributi del Mise per i consorzi, il piano Export Sud dell’Ice. Le più interessanti occasioni dove, da subito, gli imprenditori della filiera agroalimentare siciliana, si possono impegnare per programmare e pianificare per tempo gli strumenti necessari per dare continuità all’obiettivo export.

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Il seminario, condotto da Massimo Plescia, amministratore unico di Sdi Soluzioni d’Impresa, che ha fornito informazioni e strumenti operativi per cogliere queste attività, si inquadra nel piano formativo Giara, finanziato da Fondimpresa e realizzato in ats con la società civita srl di Catania, che sta formando circa 600 lavoratori di oltre 80 imprese della filiera agroalimentare siciliana.