fiori-del-deserto-1Nel rapporto Svimez, presentato a Palermo nei giorni scorsi, si parla chiaramente di desertificazione industriale in Sicilia. Dal 2008 al 2012 in Sicilia si sono persi 11 punti di Pil e 86 mila posti di lavoro, di cui circa 80 mila tra i giovani under 34, la cui disoccupazione corretta sfiora il 33%.

Sono numeri terribili se si tiene anche conto  che in Sicilia, ad esempio, la quota del settore manifatturiero sul valore aggiunto regionale è passata in cinque anni dall’8,1% al 6,3% contro il 18,7% del Centro-Nord.

«A livello produttivo – ha detto il direttore dello Svimez Riccardo Padovani – si e’ verificato un processo di desertificazione industriale. In cinque anni il Sud ha ridotto del 25% il proprio prodotto, del 24% gli addetti e ha quasi dimezzato gli investimenti: -45%. Sono scomparsi interi apparati produttivi».

Chi si occupa di ricerca può fermarsi alla semplice elencazione e descrizione delle cifre. Alle imprese siciliane tocca invece la responsabilità di passare all’azione per contrastare questo fenomeno.

Anche per questo nasce il piano formativo Crescita 2.0. Un progetto, per il quale verrà chiesto il finanziamento di Fondimpresa, che ha lo specifico compito di offrire formazione nelle aree aziendali interessate da processi di sviluppo o riconversione in modo da reagire alla crisi… attaccando!

Se in Sicilia cresce la desertificazione industriale, Crescita 2.0 vuole essere almeno un piccolo fiore che contrasta questo declino.

Unendo tanti piccoli fiori come questo potremo invertire la tendenza!

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Si tratta proprio di un primo fiore, poiché la situazione è davvero difficile. Padovani aggiunge: «Il rischio di povertà sull’isola e’ quattro volte superiore al Centro-Nord. Anche nel 2012 si è allargato il divario rispetto al resto d’Europa e all’Italia centrosettentrionale. Secondo la Svimez il Pil e’ calato del 3,2% nel Mezzogiorno e del 4,3% in Sicilia, a fronte di una flessione nazionale media del -2,1%. Quello che colpisce – ha concluso Padovani – e’ il silenzio dei tecnici e dei politici sul tema dello sviluppo, oppure l’insistenza sulla logica dell’austeritá, mentre occorrerebbero una nuova strategia politica industriale, una profonda revisione dell’impianto dei fondi strutturali, misure di fiscalità vantaggiosa e compensativa di cui già altre aree europee godono e un rilancio delle politiche sociali per donne e giovani, a partire da uno strumento di lotta alla povertà come il reddito di inclusione sociale, che costerebbe anche meno della cassa integrazione in deroga».

Per fortuna, ci sono anche segnali positivi, come quelli evidenziati da Bankitalia, che mostra come le esportazioni non petrolifere dell’Isola sono aumentate del 14%, una dinamica migliore sia rispetto alla media italiana (0,6%) sia, soprattutto, nel confronto con il Mezzogiorno (-3,9%). Contributo positivo dai settori dell’elettronica e degli articoli farmaceutici: aumentate, inoltre, tra i principali comparti, le vendite di prodotti chimici e dell’agroalimentare. In Sicilia, anche il turismo non mostra risultati esaltanti: in base ai primi dati dell’Osservatorio turistico della Regione, nel primo semestre i flussi turistici nell’Isola si sono ridotti, sia nel numero di arrivi che di pernottamenti (andamenti migliori però per le province di Siracusa e Trapani. La dinamica negativa, riguarda esclusivamente i flussi di connazionali, mentre per gli stranieri viene confermato il trend positivo. Per il terzo anno di fila cresce la spesa dei turisti stranieri: +12,4%, come ai livelli pre-crisi.

Questo ci convince sempre più che fare innovazione, internazionalizzare le imprese ed attrarre turisti stranieri sono le tre ricette per combattere la crisi. Ma queste tre ricette necessitano di competenze adeguate al contesto sia a livello imprenditoriale che di lavoratori.

SDI Soluzioni d’Impresa è il partner giusto per questo ed il piano Crescita 2.0 è solo uno dei tanti esempi di ciò.

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