Flipped Learning: di cosa si tratta?
Per chi lavora nel mondo della formazione i termini Flipped Learning e Flipped Classroom sono ormai divenuti molto comuni: si tratta di due parole che definiscono una nuova modalità di realizzare i corsi, o meglio di organizzare le lezioni tra la didattica collettiva ed attività autonoma. Le traduzioni in italiano dei due termini sono, rispettivamente, la Didattica Capovolta e la Classe Capovolta (anche conosciute come Didattica rovesciata e classe rovesciata) e per comprenderne il significato basta ricordare quali sono le modalità classiche di insegnamento scolastico o nella formazione aziendale, con i docenti che in aula spiegano determinati argomenti, lasciando poi al lavoro autonomo la parte applicativa.
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Queste attività in questo tipo di didattica vengono pertanto capovolte puntando all’apprendimento delle nozioni, in autonomia e in aula uno sforzo collettivo su un lavoro di implementazione delle competenze, da effettuare tramite il sostegno del docente. Questi diventa quindi un punto di riferimento, nonché una figura chiave per aiutare a risolvere eventuali problemi più complessi, chiarire dubbi e sviluppare esercitazioni pratiche. Questo modo di fare lezione è sempre più utilizzato anche fuori dal mondo della scuola, ad esempio in ambito formativo aziendale.
Infatti, alla base della Didattica Capovolta ci sono due considerazioni di base: la prima è che le nuove tecnologie offrono innovative modalità di apprendimento che le aziende non possono ignorare anzi: queste dovrebbero adoperarsi per sfruttarle al meglio per poter restare al passo con i tempi ed affrontare al meglio le sfide competitive del mondo post Covid-19; la seconda è che lasciando ai partecipanti ai corsi il materiale di studio, questi potranno procedere con l’apprendimento secondo i propri tempi, e non secondo quelli dettati dai docenti durante il corso aziendale.
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Il ruolo del docente nella Flipped Classroom
Il capovolgimento dell’organizzazione formativa porta necessariamente anche a una variazione del ruolo del docente che in aula non dovrà più spiegare la lezione del giorno, ma coordinare un processo di apprendimento più completo, che, nelle classi capovolte, prevede una maggiore interazione con i partecipanti. Nella Didattica Capovolta si parla infatti di apprendimento attivo, ossia di un modo di imparare che passa dall’interazione tra i gruppi di lavoro organizzati in aula, al confronto con il docente. Questi, non più rigido valutatore di un unico modo di studiare, nell’insegnamento capovolto diventa una figura che punta a stimolare i partecipanti, portandoli alla riflessione e al confronto continuo per un più facile apprendimento delle nuove competenze.
Per poter realizzare una Didattica Capovolta è fondamentale poter contare non solo sulle capacità, da parte dei docenti, di stimolare quanti seguono il corso, ma soprattutto sulla disponibilità di nuove tecnologie digitali. Queste sono alla base della Flipped Learning e, insieme alla differente modalità di apprendimento dei nativi digitali, portati a verificare tutto e subito grazie i motori di ricerca, rappresentano la chiave del successo di questo tipo di didattica. Proprio per questo motivo la Flipped Learning dovrà fare uso di materiali multimediali, video, podcast e registrazioni che permetteranno ai partecipanti, durante le ore di lavoro individuale, di ascoltare, guardare e apprendere facendo uso proprio degli strumenti tecnologici e digitali con i quali sono abituati ad interagire.
Ma come nasce la Flipped Lerarning?
Questo nuovo modo di fare formazione nasce agli inizi del Duemila in una scuola del Colorado negli USA. Qui l’assenteismo elevato aveva portato due docenti di chimica, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, a fornire agli studenti dei video con tutorial dei vari argomenti che venivano trattati in classe, in modo che essi potessero studiarli a casa e recarsi a scuola per le verifiche necessarie. L’effetto che ottennero meravigliò i docenti stessi, che si resero conto di come questo metodo non solo invogliava maggiormente allo studio, ma permetteva anche di avere più tempo a disposizione in aula per poter realizzare progetti, esperimenti e lavori di gruppo, sicuramente più stimolanti rispetto all’ascolto passivo della spiegazione del docente.
Per concludere
La Didattica Capovolta rappresenta una nuova frontiera della formazione aziendale, che punta sul fatto che molte delle competenze cognitive di base si possono stimolare a casa tramite l’uso di strumenti digitali come video, podcast e libri suggeriti dai docenti.
In tal modo, l’apprendimento diventa maggiormente interessante per quanti partecipano ai corsi che potranno dedicare il tempo trascorso in aula a progetti di gruppo, confronto e messa in pratica di quanto appreso individualmente a casa.
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