efficienza energetica italiadi Gianpiero Campione*

L’efficienza energetica ha una doppia natura legata ai miglioramenti tecnologici e a comportamenti consapevoli e responsabili verso gli usi energetici che la rendono lo strumento più efficace dal punto di vista della praticabilità tecnica, finanziaria e socio-economica.

Per poter approfondire gli argomenti accennati, in modo da fotografare la situazione italiana occorre partire dal concetto di efficienza energetica, così sintetizzabile: riduzione dell’impiego di energia, termica o elettrica, necessaria per conseguire un determinato obiettivo, in ambito edilizio e industriale, senza che ciò comporti un ridimensionamento dell’obiettivo stesso. In poche parole: mantenere la stessa produzione ma con minore consumo di risorse e quindi minori costi. Come emerge dal rapporto 01/2013 di Enel Foundation e Politenico di Milano e dal primo Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA a cura di Walter Cariani e Antonio Disi, in uno scenario di medio-lungo periodo al 2030, che prevede una crescita dei consumi energetici mondiali, la forte dipendenza dell’Europa dai Paesi produttori di energia primaria la espone a notevoli rischi e incertezze per le ragioni esposte di seguito.

La crescita della domanda di petrolio e gas da parte delle economie emergenti renderà più complesso per i Paesi europei approvvigionarsi di queste materie prime a condizioni vantaggiose; le più importanti riserve di combustibili fossili a livello globale sono spesso situate in regioni geo-politicamente instabili e sono sotto il controllo di aziende a partecipazione pubblica, che non sempre agiscono secondo le regole di mercato. L’Italia si contraddistingue per un sistema energetico ancora più esposto ai rischi determinati dalla dipendenza dall’estero. In previsione di una crescita dei consumi tendenziali nei prossimi anni, il nostro Paese dipenderà dall’estero per oltre l’85% del suo fabbisogno di energia primaria. Ciò si traduce, fin da ora, in un incremento dei costi di approvvigionamento, che a loro volta si scaricano sul prezzo dell’energia per l’utilizzatore finale.

È evidente dunque che l’efficienza energetica possa giocare un ruolo di enorme importanza, anche e soprattutto nei decenni a venire, nel garantire ai Paesi europei, e all’Italia in particolare, un sistema energetico meno esposto ai rischi e alla volatilità che la crescita economica globale inevitabilmente determina.

La situazione nazionale e regionale

Non è solo il problema energetico, tuttavia, a rendere il tema dell’efficienza d’importanza cruciale negli anni a venire, c’è anche una questione ambientale altrettanto rilevante; la produzione di energia con l’impiego di combustibili fossili comporta pesanti “effetti collaterali” per l’ambiente e per il clima, con l’emissione di inquinanti locali nocivi per la salute umana e di gas serra responsabili del surriscaldamento globale e di cambiamenti ambientali quali lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare. Una parte importante di questi cambiamenti climatici potrebbe essere evitata attraverso una riduzione dei consumi finali di energia termica ed elettrica, e ciò spiega ancora una volta la centralità del tema dell’efficienza energetica.

Sulla spinta delle politiche europee, anche l’Italia ha elaborato il proprio piano d’azione per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica, con l’emanazione del Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica (PAEE 2007 con successiva revisione nel PAEE 2011), e una Strategia Energetica Nazionale (SEN). L’efficienza energetica si è dunque elevata a tema centrale della politica energetica nazionale, anche in considerazione delle positive ricadute economiche e occupazionali che potrebbe garantire al Paese in un momento di stagnazione dell’economia e, al fianco delle indicazioni strategiche, è stato predisposto un impianto normativo a sostegno della sua diffusione in ambito edilizio e industriale.

Anche le Regioni forniscono un contributo importante alla politica energetica nazionale attraverso le proprie politiche in materia di efficienza energetica e di sviluppo delle energie da fonti rinnovabili, soprattutto nell’ottica delle politiche comunitarie legate ai Fondi Strutturali Europei e al Programma Europa 2020. Tali contributi oltre che a livello regionale manifestano i propri effetti anche sul piano nazionale in quanto rappresentano il giusto punto di incontro tra gli enti locali (Comuni e Province) e quello statale. Attraverso una buona incentivazione energetica si potrebbero stimolare politiche di ricerca e innovazione che moltiplicherebbero il virtuosismo regionale e nazionale e, attraverso il sostegno alle PMI, si trasformerebbero in politiche industriali. L’impatto delle diverse misure nazionali per l’efficienza energetica nelle varie regioni è stato di diversa entità.

Dall’analisi eseguita nel RAEE 2010, relativamente a due delle principali misure di politica di efficienza energetica adottate, emerge un’Italia a due velocità, con una forte concentrazione (89%) degli interventi e degli investimenti per la riqualificazione energetica del patrimonio esistente (Figura 1) e l’ottenimento dei Titoli di Efficienza Energetica in sole 9 regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Piemonte, Puglia e Campania).

*Gianpiero Campione

Laureato all’Università di Catania in Ingegneria per L’Ambiente ed il Territorio nel 2004 ed abilitato alla professione dell’Ingegnere dal 2005, ha conseguito un master in Project Management presso lo I.U.I.S.M. di Roma nel 2006. Socio fondatore e presidente fino al 2012 dell’associazione E.F.A.S. Italia Ente Formazione Ambiente e Sicurezza, si occupa di sicurezza sui luoghi di lavoro, rivestendo il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi per diverse società private ed enti pubblici e come docente in corsi di formazione su tematiche inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro, l’ambiente e l’energia.