Il 9 settembre, durante la gara di campionato del mondo di motociclismo (Moto 2), il pilota Romano Fenati ha compiuto un gesto che ha causato l’indignazione da parte di una larghissima parte del pubblico. Infatti è entrato volontariamente in contatto con Stefano Manzi, affiancandolo in rettilineo e tirando la leva del freno anteriore dell’altra moto, mentre entrambi i mezzi viaggiavano a 217 chilometri orari. Si tratta di un gesto, oltre che estremamente scorretto, anche molto pericoloso per l’altro pilota, tanto che la decisione della Direzione Gara di squalificare per due gare Fenati è stata giudicata troppo morbida. Al tempo stesso la squadra di Fenati, Marinelli Snipers Team, lo ha licenziato con effetto immediato. Questo comportamento antisportivo denuncia la mancanza del rispetto delle regole della gara, ma trucchi e atteggiamenti non onesti possono verificarsi in qualunque settore. Ecco perché molte aziende possono essere coinvolte in vicende simili a quella che ha visto come protagonista Fenati. Comunque, anche se l’opinione comune spesso tende a mostrare i “furbetti” come persone vincenti, in realtà ciò non è affatto vero.

Alla fine i nodi vengono al pettine. Questo, in particolare, nell’ambito business perché in questo negli affari l’etica paga.

L’importanza dell’etica negli affari

L’etica è un fattore chiave per garantire la competitività aziendale e alti standard di reputazione perché riesce, in regime di equilibrio, ad integrare crescita e sviluppo dell’impresa. Per questo sono sempre più numerose le aziende che scelgono di introdurre nel proprio ambiente aziendale un codice etico che deve prima essere dentro le persone e poi sui fogli di carta. Questo documento viene adottato su base volontaria e deve essere stilato tenendo in considerazione numerosi aspetti, in primo luogo gli interessi specifici di riferimento che si vogliono raggiungere e le responsabilità da affrontare. Infatti il codice etico definisce quali siano le modalità concrete di applicazione dei principi enunciati, sia dal punto di vista individuale che da quello collettivo. Ciò significa che il rispetto delle leggi e dei valori morali su cui si basa la strategia aziendale debba riguardare sia l’ambito manageriale che gli stessi dipendenti e che deve essere messo in pratica con coerenza. Di conseguenza la struttura del codice etico aziendale prevede la presenza di numerosi strumenti operativi volti al raggiungimento degli obiettivi preposti. Tra questi si ricordano:
– analisi dell’azienda, per determinare obiettivi e principi etici;
– stilare un corpus di norme a cui si devono attenere gli esponenti aziendali, qualunque sia la mansione svolta;
– promozione di un’atmosfera operativa condivisa, per garantire la comunicazione e la diffusione capillare di questi principi. Questo obiettivo viene raggiunto con la giusta formazione ed inviando informazioni sul codice etico a ogni membro del personale, in particolare a quelli coinvolti nelle modalità di applicazione del codice etico o della sanzione in caso di violazioni;
– formazione del personale;
– incentivi allo sviluppo dell’autocontrollo professionale, così da rendere chiari quali siano i provvedimenti interni che vengono attuati in caso di violazione;
– consultare gli stakeholders per fare in modo che le norme vengano condivise e che la metodologia organizzativa aziendale sia opportunamente adeguata.

Comportamenti corretti nelle strategie aziendali

Numerosi studi hanno più volte sottolineato il rapporto che esiste tra redditività ed etica aziendale. A differenza di quanto si pensa comunemente, quest’ultima non è un costo, ma consente alle imprese di acquisire autorevolezza e capacità competitiva. In secondo luogo diventa un vero e proprio investimento dal punto di vista dell’integrazione sociale dei soggetti economici. Si tratta di un’esigenza, una necessità economica, tanto da essere prevista dalla legge 300/2000 e dal decreto legislativo 231/2001, che introducono modalità etiche nella gestione aziendale e la responsabilità amministrativa e penale delle imprese. Poiché l’etica diventa un valore (interno, non esterno e morale), è necessario ripensare il ruolo della business ethics, dando a questo elemento la sua importanza come strumento strategico. Di conseguenza, rispettando le norme e i principi legati alla sua stessa filosofia aziendale, l’impresa rafforza la propria capacità di creare valore.

Quindi tentare di fare come Fenati e cercare scorciatoie dà solo l’illusione di poter battere i concorrenti.

I concorrenti si superano andando più veloci di loro e non rallentandoli perché non siamo alla loro altezza.

Tutte le imprese possono trovare la propria competitività se, con strategia, coerenza ed umiltà, accettano di fare innovazione.

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