FACEBOOK: DA RETE UNIVERSITARIA A TERZO PAESE MONDO / SPECIALEdi Milvia Averna*

Una volta, per indicare l’inizio di un’attività si usava l’espressione “alzare la saracinesca”, oggi è un profilo internet ad ospitare i primi passi di una esperienza commerciale e professionale. Dalla vendita di torte, ai bijou, ai servizi legati al web e alla comunicazione, la prima vetrina è sempre più spesso virtuale e precede l’apertura di un vera e propria impresa, atelier, studio, ufficio. I costi minori e la facilità d’accesso, nonché la familiarità con i mezzi di comunicazione dei più giovani, lo rendono il primo passo per spiccare il volo verso il mondo del business e del lavoro.

Una volta “arrivati”, la realtà non cambia, infatti, la buona presenza sui media è un indicatore del successo di una azienda, una caratteristica essenziale e strategica, anche per grandi volumi d’affari.

È innegabile, ormai, l’esigenza di essere presenti in piattaforme che non si esauriscono con quelle tradizionali. I tempi di Carosello e delle Pagine Gialle, insomma, sono lontani. E se, solo fino a ieri, senza un sito internet non eri nessuno, ora, se non hai almeno un profilo Fb, Twitter o LinkedIn e non sei ben indicizzato su Google non esisti abbastanza. Se un manager che doveva ostentare la forza della sua azienda lo faceva con i metri quadri del suo ufficio, con quadri e tappeti, da quando le riunioni in video conferenza sono alla portata di tutti ed è raro trovarsi riuniti in una stessa stanza anche se nello stesso edificio, sono i “mi piace” e i “follower” a colpire.

La cultura della comunicazione è diventata fondamentale. Figure prima “inutili” in certi settori sono entrate di diritto nel libro paga. Web master e addetto stampa, tanto per cominciare, web strategistesperto della comunicazione e consulente Seo (Search engine optimization), man mano che si sale di livello.

E così, un grosso centro commerciale come, Etnapolis di Belpasso, Catania, con centinaia di negozi, oggi, deve invitare Gigi D’Alessio a firmare autografi o il Conca d’Oro, l’equivalente palermitano di Maurizio Zamparini, patron della squadra del Capoluogo deve scomodare i giocatori per intrattenere i bambini a Natale. E tutto per poter inviare prima un comunicato stampa e avere una scusa per far intervenire i giornalisti, facendo parlare di sé, in un contesto che non sia l’ingannevolezza di uno spot pubblicitario.

La comunicazione è, però, anche una nuova buccia di banana in un percorso aziendale. La fama se lasciata al caso, o subita, come gli artisti e i politici insegnano, può innalzare e scaraventare al suolo con la stessa forza e velocità. Il settore richiede una profonda conoscenza di mezzi e tecniche e quindi scelta e formazione di personale ad hoc per non inciampare sul web e per non farsi dire (alle spalle): «Il comunicato gliel’ha scritto la segretaria».

Meglio non fare che far male.

Meglio acquisire consapevolezza e competenze per fare bene!

Anche a questo serve la formazione.

* Giornalista e responsabile rapporti con la stampa di Sdi